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Uso di sostanze e malattie veneree


Clinica Dermatologica Università di Cagliari

Clinica Dermatologica Università di Cagliari

Articolo di 8 pagine in formato digitale pdf

Pazienti affetti da malattie sessualmente trasmesse (MST) e consumatori di sostanze illecite condividono determinanti sociali e fattori di rischio legati allo stile di vita, in particolare alla promiscuità, al numero di contatti interpersonali e alla scarsa considerazione per il proprio stato di salute, che li rendono insensibili alle conseguenze che il loro comportamento può determinare. Le infezioni a trasmissione sessuale sono le malattie infettive più diffuse. Nonostante il miglioramento degli standard di trattamento, queste patologie sono in continua crescita o riemergenti in tutto il mondo proprio per i fenomeni di globalizzazione e di abbattimento delle residue barriere culturali e tabù psicosociali. È necessaria una rivalutazione dei comportamenti e dei gruppi a rischio interessati, così come dei determinanti del rischio nella comunità, proprio perché alcune sostanze illecite vengono abitualmente assunte da adolescenti e giovani adulti per favorire i contatti interpersonali e la socializzazione, sottovalutando il rischio infettivo. Il contesto sociale infatti gioca un ruolo molto importante nel condizionare il consumo di queste sostanze, e per quanto si sia assistito ad un progressivo screditamento dell’eroina e delle droghe “pesanti”, sia la cocaina che le cosiddette droghe stimolanti o ricreazionali, come l’ecstasy, si sono diffuse in maniera capillare, godendo di una scarsa disapprovazione sociale. La maggior parte dei consumatori di ecstasy non percepisce nessun rischio o danno per la propria salute, come evidenziato da una indagine di alcuni ricercatori americani. La consapevolezza dei rischi legati alle MST aumentava in quei soggetti che avevano usato l’ecstasy in più occasioni e che avevano un maggiore livello di istruzione, a conferma dell’importanza dell’informazione per sensibilizzare la popolazione sugli effetti devastanti a lungo termine di queste droghe e sui rischi per la salute dell’intera comunità derivanti dalla diffusione delle malattie infettive. D’altro canto, un efficace intervento educazionale e preventivo dovrebbe garantire ai soggetti che abusano di sostanze illecite un accesso facilitato ai servizi assistenziali, per ridurre i tempi di attesa e migliorare il pronto riconoscimento ed intervento terapeutico. Gli sforzi delle recenti politiche sociali ed i conseguenti interventi in campo sanitario si sono concentrati esclusivamente sulla infezione da HIV. Richiamare l’attenzione sulla sifilide e sulle altre MST è fondamentale per stimolare l’adozione delle stesse misure di prevenzione ed intervento messe in campo per la lotta all’AIDS, non ultima la totale garanzia della privacy e l’esonero dalle spese assistenziali nei programmi di prevenzione.