Addiction e memoria

La possibilità di riattivare alcune memorie per spegnerle in modo specifico oltre ad offrire un’opportunità per la cura dei disturbi post traumatici da stress, ossia l’insieme di sintomi che perseguitano per anni chi è stato esposto ad un evento traumatico, può anche aiutare a prevenire le ricadute nei soggetti con dipendenze.

Studi su animali da laboratorio hanno riportato che antagonisti del recettore adrenergico, come il propranololo, somministrati in corripondenza del richiamo della memoria, possono attenuare o inibire il riconsolidamento delle memorie richiamate.

Nel valutare la possibilità di applicare l’EMDR alla terapia delle addiction, dovremmo preliminarmente considerare su quale aspetto dell’addiction il trattamento potrebbe applicarsi. Possono darsi diverse ipotesi.

La psicoterapia, in particolare quella psicotraumatologica, si pone come obiettivo la modifica dei ricordi rispetto alle loro associazioni emotive e psicofisiche spiacevoli.

La memoria delle nostre decisioni ci dà la corretta e appropriata sensazione di agentività e ci fa rispettare noi stessi quali attori sulla scena del mondo, mentre la cancellazione di ricordi potrebbe privarci di tale possibilità.

Il ritorno della memoria della droga costringe il fumatore, l’alcolista, il cocainomane a riprenderne l’assunzione anche dopo lunghi periodi di astensione, nonostante le conseguenze negative e i fermi propositi di resistere alla tentazione.

I dati riportati evidenziano ancora una volta come il poliabuso di sostanze e le dipendenze comportamentali siano presenti nei diversi setting clinici italiani e di come l’alcol sia l’elemento costante in questi fenomeni.

Mnemosyne, 1876-1881 circa. Olio su tela, Dante Gabriel Rossetti (1828-1882). Wilmington, DE (USA), Delaware Art Museum.