La Cochrane e le dipendenze patologiche: sviluppi e prospettive
Laura Amato
L’uso di sostanze illecite e di alcol è associato
a gravi problemi sia per l’individuo che per la
società. Le dipendenze patologiche sono un
fenomeno in continua evoluzione, in termini
di pattern di uso e di popolazione. Costante
rimane però l’associazione tra uso di sostanze,
comorbidità, problemi relazionali e sociali.
Numerosi sono gli interventi disponibili per
la prevenzione e il trattamento dell’abuso/
dipendenza da sostanze. La conoscenza delle
relative prove di efficacia è essenziale per la
scelta delle diverse strategie di intervento. Infatti,
spesso la scelta tra i vari interventi disponibili
è guidata dal buon senso, dall’intuizione,
dall’esperienza clinica, dalla ideologia e non si
basa principalmente sulle evidenze scientifiche.
I clinici, i pazienti e i decisori politici necessitano
di un’informazione accessibile, aggiornata ed
obiettiva relativamente agli interventi disponibili
nel campo dell’addiction.
La Cochrane è un’organizzazione internazionale
no profit, fondata nel 1992 nel Regno Unito,
che ha l’obiettivo di produrre, aggiornare e
diffondere revisioni sistematiche della letteratura
scientifica nei diversi ambiti dell’assistenza
sanitaria e ha avuto un’influenza enorme nel
modificare la pratica clinica in numerosi Paesi.
Il Gruppo editoriale Cochrane su Droghe e Alcol,
ha base editoriale a Roma presso il Dipartimento
di Epidemiologia del Servizio Sanitario
Regionale del Lazio-ASL Roma1 e si occupa oramai
da vent’anni della conduzione di revisioni
sistematiche di studi sulla prevenzione, il trattamento
e la riabilitazione dall’uso problematico
di sostanze psicoattive.
Le revisioni Cochrane sono il risultato di un processo
complesso che include il formulare una
domanda appropriata, cercare in modo esaustivo
gli studi disponibili, selezionare in modo
obiettivo gli studi, valutarne la qualità, estrarre
i dati e sintetizzare i risultati. Il potenziale d’uso
delle revisioni Cochrane è oramai ampiamente
riconosciuto soprattutto nei Paesi anglosassoni.
Recentemente sono stati fatti notevoli investimenti
per produrre revisioni non solo di buona
qualità ma anche rilevanti per i diversi soggetti
interessati (medici, consumatori, politici, eccetera).
Infatti, mentre vi è una vasta gamma
di letteratura che dimostra la buona qualità di
queste revisioni, la loro rilevanza per i clinici
e i decisori è sicuramente meno “evidente”.
Alcuni recenti lavori hanno sollevato quesiti
circa i limiti di queste revisioni nel soddisfare
le domande di coloro che, a vario titolo, si occupano
di salute.
In futuro bisognerà fare un grande sforzo per
definire le priorità e identificare le domande
che necessitano di risposte, produrre forse
meno revisioni ma rispondenti più rapidamente
alle richieste degli operatori, ancorando
i risultati della ricerca alle necessità della
pratica clinica. La sfida futura, nel campo delle
dipendenze patologiche, ma non solo, è che
i clinici, i ricercatori e i decisori politico-organizzativi,
possano e vogliano lavorare insieme
per identificare una agenda comune che possa
rispondere ai bisogni più urgenti.