Fumo di tabacco nel COVID-19: protezione o rischio?
Francesco Mancuso
Centro Interdipartimentale per la
Prevenzione ed il Trattamento
del Tabagismo - ASL Vercelli
Roberta Marino
SS DEA - ASL Vercelli
Articolo di 6 pagine in formato digitale pdf
L’infezione da SARS-CoV-2 provoca nell’uomo un cluster eterogeneo di manifestazioni a carico potenzialmente di qualsiasi organo o apparato. Particolarmente rilevanti sono le manifestazioni respiratorie che vanno da una condizione di asintomaticità, passando per una sintomatologia lieve (es. tosse), fino a una grave compromissione polmonare analoga alla sindrome da distress respiratorio acuto. La malattia derivante dall’infezione del SARS-CoV-2 è stata codificata come coronavirus disease 2019 (COVID-19). Dati di letteratura evidenziano una bassa prevalenza di fumatori tra i pazienti ospedalizzati rispetto alla popolazione generale di riferimento nonostante il fumo sia uno dei principali fattori di rischio per patologie polmonari. I pazienti con COVID-19 comorbili per altre patologie, in particolare patologie fumo-correlate, presentano una mortalità più alta rispetto ai non comorbili. È quindi il fumo un fattore protettivo o di rischio nel COVID-19? Il presente lavoro ha preso in rassegna i lavori recensiti su Pubmed alla data del 15 Luglio 2020 aventi ad oggetto eventuali rapporti epidemiologici, clinici ed etiopatogenetici, tra fumo e COVID-19. Sono state utilizzate determinate parole chiave e incluse comunicazioni brevi, studi osservazionali, rassegne e metanalisi. Sono state anche consultate le bibliografie dei lavori recensiti al fine di includere altri articoli potenzialmente eleggibili. Sono stati esclusi articoli pubblicati in lingua diversa dall’inglese e dall’italiano, come pure lavori di ricerca non peer-reviewed e alcuni articoli non pertinenti.