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Le criticità nell’erogazione dei servizi di cura per le persone che fanno uso di sostanze durante la pandemia di COVID-19


Drug & Alcohol Clinical Services Newcastle NSW, Australia Faculty of Health University of Newcastle Callaghan NSW, Australia Drug & Alcohol Clinical Research & Improvement Network Surry Hills NSW, Australia John Hunter Hospital Hunter New England Local Health District New Lambton NSW, Australia

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Drug & Alcohol Clinical Services Newcastle NSW, Australia

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John Hunter Hospital Hunter New England Local Health District New Lambton NSW, Australia

Drug & Alcohol Clinical Research & Improvement Network Surry Hills NSW, Australia

Penington Institute Carlton VIC, Australia

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Drug & Alcohol Clinical Research & Improvement Network Surry Hills NSW, Australia St Vincent’s Hospital Darlinghurst NSW, Australia

Drug & Alcohol Clinical Research & Improvement Network Surry Hills NSW, Australia Drug Health Services Camperdown NSW, Australia Discipline of Addiction Medicine University of Sydney Camperdown NSW, Australia

Drug & Alcohol Clinical Research & Improvement Network Surry Hills NSW, Australia Discipline of Addiction Medicine University of Sydney Camperdown NSW, Australia Drug & Alcohol Services Sydney South East Local Health District Surry Hills NSW, Australia

Articolo di 6 pagine in formato pdf
L’impatto del COVID-19 sui servizi sanitari, inclusi i servizi di trattamento per le persone che fanno uso di sostanze, è appena all’esordio, ma probabilmente avrà conseguenze considerevoli. I servizi di cura per le persone che fanno uso di sostanze forniscono trattamenti essenziali, quali i trattamenti con agonisti degli oppiacei e i programmi di riduzione del danno (ad esempio, la fornitura di siringhe sterili), insieme ad altri importanti programmi di cura riguardanti tutti i tipi di sostanze che prevedono interventi di supporto all’astensione e servizi di counselling. I medici, che nelle strutture di riabilitazione in regime ospedaliero supportano i reparti di emergenza e gli altri servizi forniti negli ospedali, gestiscono i pazienti che fanno uso di sostanze e che sono ricoverati anche a causa di altre patologie concomitanti. In conseguenza della pandemia si prevede un impatto sulla disponibilità del personale sui luoghi di lavoro, proprio a causa delle caratteristiche della malattia. I pazienti potrebbero necessitare dell’isolamento domiciliare e di periodi di quarantena. Garantire le somministrazioni dei trattamenti oppiacei prescritti anche durante queste fasi critiche ha richiesto cambiamenti significativi rispetto alle correnti modalità di fornitura degli stessi. Il ricorso a somministrazione a rilascio depot mensile di buprenorfina, così come lo spostamento da un sistema di somministrazione diretta, verso l’affido domiciliare delle terapie, è richiesto per i pazienti in trattamento con buprenorfina sublinguale e metadone. Anche garantire l’accesso immediato al naloxone, in modo che i pazienti possano portarlo al domicilio in regime di affidamento, è cruciale per ridurre i rischi di overdose. È probabile che la consegna a domicilio di metadone e buprenorfina alle persone positive si sia verificata per supportarne l’isolamento domestico. I consumatori abituali di sostanze stupefacenti sono probabilmente più vulnerabili durante l’epidemia di COVID-19, a causa di una cultura di promozione e tutela della salute inferiore rispetto al resto della popolazione e di stigma e discriminazione diretti nei loro confronti.