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Il problema del cocainismo nel disturbo da uso di oppioidi e nel disturbo da uso di alcol


Gruppo di Ricerca VP Dole Istituto di Scienze del Comportamento G De Lisio, Pisa

Scuola di Specializzazione in Psichiatria Università di Pisa

Associazione per l’Utilizzo delle Conoscenze Neuroscientifiche a fini Sociali (AU-CNS) Pietrasanta, Lucca Società di Psichiatria Clinica e Sperimentale della Scuola di Pisa Dipartimento di Psichiatria e Dipendenze Sezione Psichiatria Unità Sanitaria Nord-Ovest Regione Toscana Area della Versilia, Viareggio

Gruppo di Ricerca VP Dole Istituto di Scienze del Comportamento G De Lisio, Pisa Associazione per l’Utilizzo delle Conoscenze Neuroscientifiche a fini Sociali (AU-CNS) Pietrasanta, Lucca UniCamillus International Medical University in Rome

Articolo di 8 pagine in formato pdf
I quadri di poliuso, per comodità classificativa, sono stati inizialmente accorpati in un unico calderone, anche rinunciando a specifiche riguardanti lo status qualitativo dei legami con le varie sostanze (se cioè si trattasse di uso ricreativo libero, di misuso, o di dipendenza). L’attuale sistema classificativo DSM-5 non agevola l’inquadramento di tali diversità, con il modulo comune del “disturbo da uso di sostanze”. La prima informazione utile in un quadro di poliuso è se esista una sostanza d’elezione, che spesso coincide con quella primaria. Non è tuttavia scontato che una sostanza secondaria (cronologicamente) acquisisca poi i connotati di una sostanza d’elezione, al pari della primaria o in aggiunta ad essa. In questo articolo si prende in esame la cocaina, sia per il rilievo numerico della casistica (rispetto a sostanze più di nicchia), sia perché effettivamente importante nel condizionare (in peggio) gli outcome del trattamento e forse di imporre fin da subito strategie differenziate di stabilizzazione.