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Endocannabinoidi e psicopatologia

Nel recente passato la rivista Medicina delle Dipendenze ha affrontato il tema della Cannabis in diversi dei suoi molteplici aspetti e alla luce delle più recenti scoperte provenienti da un’intensa attività di ricerca sia preclinica che clinica a livello internazionale. Le problematiche legate all’uso della Cannabis restano sempre dei capitoli aperti e oggetto di ampie discussioni, ed anche in questi ultimi mesi la proposta di una sua legalizzazione a scopo terapeutico ha stimolato un intenso dibattito e prese di posizione contrastanti, ampiamente riportate sulla stampa nazionale. È apparso anche evidente che molti dei pareri riportati dai media non erano supportati da una reale competenza scientifica quanto da preconcetti ideologici o particolari posizioni politiche. La rivista MDD ha sempre evitato contaminazioni di tipo ideologico o politico e cercato di fornire ai propri lettori una visione ed un aggiornamento esclusivamente scientifico non solo sulle tematiche legate alla Cannabis ma su tutti gli argomenti trattati nel campo delle dipendenze. Il tema di questo numero riguarda il possibile ruolo del Sistema Endocannabinoide nella fisiopatologia dei disturbi psichiatrici. I recettori cannabinoidergici CB1 sono, tra tutti i recettori conosciuti, quelli maggiormente espressi a livello del Sistema Nervoso Centrale e questo fa presupporre che il Sistema Endocannabinoide sia coinvolto nella regolazione di molteplici funzioni incluso il controllo dell’umore, del comportamento, delle funzioni cognitive e delle emozioni. È inoltre dimostrato che il Sistema Endocannabinoide è coinvolto nella modulazione della neurogenesi, della plasticità sinaptica e nella neuroprotezione. Non è quindi irrazionale supporre che un malfunzionamento del Sistema Endocannabinoide possa essere responsabile o co-responsabile dell’insorgenza di psicopatologie. Viceversa, agenti con un meccanismo d’azione diretto sul Sistema Endocannabinoide, quali per esempio agonisti e/o antagonisti dei recettori CB1, modulatori della sintesi o degradazione degli endocannabinoidi, potrebbero rappresentare potenziali e utili mezzi terapeutici. Esiste un’abbondante letteratura, anche se a volte controversa, a dimostrazione che l’eccessivo uso di Cannabis sia causa dell’insorgenza o della slatentizzazione di disturbi psicotici quali la schizofrenia, così come l’eccessivo uso di Cannabis in pazienti schizofrenici è stato considerato come una forma o tentativo di automedicazione. Questo numero di MDD riporta interessanti contributi utili a farci comprendere meglio il possibile ruolo del Sistema Endocannabinoide nell’eziogenesi dei (o di alcuni) disturbi psichiatrici. Purtroppo questa tematica è talmente complessa e in evoluzione che non potremo certamente considerarla esaustiva con i soli contenuti di questo numero, e sarebbe auspicabile che altri autorevoli articoli su questo importante tema possano essere riportati sui prossimi numeri della rivista. Il primo articolo di Giugliano e Fattore fornisce una chiara descrizione del Sistema Endocannabinoide, delle sue più importati funzioni cerebrali e delle potenzialità terapeutiche. Di Chiara e coll. descrivono, con ricchezza di dati epidemiologici, il fenomeno dell’abuso di Cannabis e discutono uno degli aspetti più controversi dell’epidemiologia della Cannabis, la “gateway hypothesis”, ovvero la possibilità che l’abuso di Cannabis in età adolescenziale faciliti la transizione verso l’uso di sostanze illecite ad alto potenziale d’abuso quali cocaina, metamfetamina o eroina. Evidenziano inoltre i possibili vantaggi e svantaggi che deriverebbero dalla legalizzazione della Cannabis. Di grande interesse l’articolo di Monteleone e coll. che riportano un’attenta revisione dei dati della letteratura concernenti il ruolo del Sistema Endocannabinoide nella regolazione del comportamento alimentare e nell’eziopatogenesi dei disturbi alimentari, quali l’anoressia nervosa, la bulimia e il binge eating disorder. Se consideriamo che non esistono farmaci specifici per queste patologie, la potenzialità terapeutica di agenti cannabinoidi diventa oltremodo importante. Il potenziale terapeutico dei cannabinoidi nei disturbi dell’emotività e nell’ansia è ben descritto nell’articolo ad opera di Berardi e coll. Infine Rubino e coll. discutono, sulla base di dati sperimentali e clinici, l’uso di Cannabis in età adolescenziale come fattore di rischio per l’insorgenza di malattie psichiatriche e dipendenza da altre sostanze.