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Gli endocannabinoidi e la chimica delle emozioni


Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Sapienza Università di Roma

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Dipartimento di Scienze Università Roma Tre

Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Scienze Università Roma Tre

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L’origine della Cannabis sativa risale agli albori della storia dell’uomo: la conoscenza e l’utilizzo della pianta sono infatti documentati nella civiltà assira, egiziana, persiana e greco romana. La Cannabis non veniva usata solo a scopo voluttuario, ma anche a fini terapeutici, ad esempio come tonico e digestivo, per rendere mente e corpo più attivi. Oggigiorno l’assunzione di derivati della Cannabis a scopo voluttuario spesso fuorvia dalla primitiva e ben più nobile accezione di medicinale. L’individuazione del principale componente psicoattivo, il tetraidrocannabinolo (THC), ha spianato la strada alla scoperta del sistema cannabinoide endogeno, definito anche “sistema endocannabinoide”. Si tratta di un sistema biologico unico nei mammiferi, coinvolto nella regolazione di numerosi processi biologici e nel mantenimento dell’omeostasi di diversi apparati, inclusi il sistema nervoso centrale e periferico. In determinate condizioni patologiche e fisiologiche, il corpo produce molecole lipidiche (chiamate cannabinoidi endogeni, o anche endocannabinoidi), che legano gli stessi bersagli molecolari che si attivano anche durante il consumo della Cannabis, e che vengono definiti recettori cannabinoidi. Gli endocannabinoidi, insieme ai rispettivi recettori e agli enzimi coinvolti nella loro sintesi e degradazione, costituiscono il sistema endocannabinoid. I principali endocannabinoidi sono l’anandamide (AEA) e il 2-arachidonilglicerolo (2-AG), che interagiscono con specifici siti di legame, i recettori CB1 e CB2, differentemente localizzati all’interno dell’organismo: i primi maggiormente espressi nel cervello e i secondi negli organi e nelle cellule del tessuto periferico. La degradazione degli endocannabinoidi avviene tramite appositi enzimi (N-arachidonil-etanolammina amido idrolasi, FAAH, per l’anadamide, e monoacilglicerol lipasi, MAGL, per il 2-AG. Il sistema endocannabinoide è coinvolto nella modulazione di una moltitudine di processi fisiologici: dalla risposta agli stimoli nocicettivi, al metabolismo energetico, alle funzioni endocrine e riproduttive fino alla regolazione dei processi cognitivi e dell’omeostasi emozionale. In particolare, quest’ultimo aspetto ha catturato l’interesse della comunità scientifica, che per diversi decenni era stato rivolto allo studio delle alterazioni nella neurotrasmissione monoaminergica, in particolar modo dopaminergica e noradrenergica, come principale causa responsabile dei disturbi correlati all’ansia e alla depressione.