Il mercato sociale della cannabis in Italia

Coltivare su piccola scala coincide con i valori della cultura tradizionale della cannabis, mentre invece passare alla produzione su larga scala significa farlo per guadagnare denaro.

La legalità della canapa dovrebbe essere misurata secondo un indice che dipenda anche dal CBD, in particolare dal rapporto tra THC e i cannabinoidi minori, in primis proprio il CBD.

La legalizzazione delle sostanze è una posizione che propone la possibilità di commerciare e utilizzare le sostanze solo a determinate condizioni stabilite dalla legge, come oggi avviene per il tabacco e per l’alcol, ed è un concetto diverso dalla liberalizzazione delle sostanze che propone l’assoluta libertà di commercio senza vincoli legislativi che non riguardino anche altri mercati.

A un certo punto, il mainstream ha cominciato a parlare di “Canapa Light” o “Canapa Legale”. Nulla di più fuorviante: si tratta, difatti, di termini totalmente inventati perché la “L” accanto a “Cannabis Sativa L.” indica il nome di chi ha classificato il genere botanico, ovvero Carlo Linneo.

Il mercato sociale appare diverso dal mercato dello spaccio non solo quanto ai moventi, ma anche per strutture e proprietà di funzionamento.

Nella maggior parte dei casi, il modello CSC rimane non regolamentato. In quei casi, coloro che gestiscono e/o sono affiliati a queste associazioni rischiano sanzioni legali – in alcuni casi anche pene detentive.

I fornitori sociali non sono l’unico gruppo che può essere considerato inutilmente e irragionevolmente inserito sotto l’ombrello onnicomprensivo del mercato della droga e che ne subisce le conseguenze dettate dal sistema di giustizia penale.

Ritratto ideale (Ritratto di Simonetta Vespucci come ninfa), 1783. Tempera su tavola, Sandro Botticelli (1445-1510), Francoforte (Germania) Städel Museum.