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La dipendenza da cibo: il binge eating disorder

Questo numero di Medicina delle Dipendenze è dedicato alla dipendenza da cibo e, in particolare, al binge eating disorder (BED), disturbo che negli ultimi anni è stato oggetto di importanti cambiamenti sia sul piano dell’inquadramento diagnostico che sul piano terapeutico. Nella penultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR) il BED era infatti classificato all’interno del disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato, attraverso l’utilizzo di una diagnosi supplementare. Invece, nell’ultima edizione del DSM (DSM-5), il BED è stato inquadrato per la prima volta come un disturbo autonomo, caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate, in assenza di comportamenti finalizzati a limitare l’incremento ponderale come l’autoinduzione del vomito o l’assunzione di diuretici e lassativi, caratteristici invece della bulimia. Per queste sue proprietà, spesso i pazienti affetti da BED sono anche obesi e soffrono frequentemente di altri disturbi mentali e, pertanto, richiedono un trattamento multidisciplinare, finalizzato non solo a ridurre la severità del BED, ma, quando necessario, anche quella degli altri possibili disturbi mentali, oltre che a ridurre il peso corporeo. Anche la farmacoterapia del BED ha subito recentemente importanti modifiche. Infatti negli Stati Uniti è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) il primo farmaco per il trattamento di questa patologia, ovvero la lisdexamfetamina dimesilato, mentre in Europa nessun farmaco ha ancora ottenuto l’autorizzazione alla immissione al commercio da parte dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA, European Medicines Agency). Questo numero ha l’obiettivo di descrivere il BED a partire dai modelli animali utilizzati per lo studio della neurobiologia (vedi articolo dal titolo “Modelli animali e neurobiologia del binge eating disorder”) e dedicando particolare attenzione alle novità nel campo della diagnosi (vedi articolo dal titolo “Diagnosi e trattamento del binge eating disorder: un aggiornamento”) e del trattamento farmacologico (vedi articolo “Terapia farmacologica del binge eating disorder: una revisione della letteratura”). Sono state esaminate le differenze di genere (vedi articolo dal titolo “Dipendenza da cibo: aspetti di genere”) e le differenze tra i criteri utilizzati da FDA ed EMA per la valutazione di efficacia e maneggevolezza dei farmaci (vedi Scheda dal titolo “Farmaci per il binge eating disorder: dagli Stati Uniti all’Europa”). Inoltre è presente un approfondimento sulla dipendenza da cioccolato (vedi articolo dal titolo “Il cioccolato: un cibo o una droga?”). Oltre alla terapia farmacologica, sono stati esaminati gli altri possibili strumenti terapeutici ovvero quelli chirurgici (vedi articolo dal titolo “Chirurgia dell’obesità: dalla chirurgia bariatrica alla chirurgia metabolica”) e psicologici (vedi Scheda dal titolo “I trattamenti psicologici per il binge eating disorder”). Infine, è stato descritto un modello multidisciplinare di trattamento per il BED attualmente utilizzato in un servizio pubblico italiano (vedi articolo dal titolo “Dal peso alla misura: un percorso mutuato dalla clinica dell’addiction per i disturbi da alimentazione incontrollata”). Questo numero di Medicina delle Dipendenze è rivolto sia ai ricercatori e agli operatori sanitari che si occupano del BED che alle persone che ne soffrono, ai loro familiari e alla intera popolazione generale, nella speranza di contribuire ad accrescere la conoscenza di questo frequente disturbo mentale e favorire l’accesso ai trattamenti sanitari.