La cannabis fra terapia e induzione di psicopatologia
Maria Teresa Avella
Scuola di Specializzazione
in Psichiatria
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Università di Pisa
Istituto di Scienze del
Comportamento “G. De Lisio”, Pisa
Martina Novi
Scuola di Specializzazione
in Psichiatria
Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale
Università di Pisa
Istituto di Scienze del
Comportamento “G. De Lisio”, Pisa
Matteo Pacini
Istituto di Scienze del
Comportamento “G. De Lisio”, Pisa
Angelo GI Maremmani
Unità Operativa di Psichiatria
Unità Sanitaria Locale Toscana
Nord-Ovest, Zona della Versilia
Viareggio
Associazione per l’Utilizzo delle
Conoscenze Neuroscientifiche
a fini Sociali (AU-CNS)
Pietrasanta, Lucca
Icro Maremmani
Istituto di Scienze del
Comportamento “G. De Lisio”, Pisa
Associazione per l’Utilizzo delle
Conoscenze Neuroscientifiche
a fini Sociali (AU-CNS)
Pietrasanta, Lucca
Unità per il Disturbo Duale “VP Dole”
Seconda Unità Operativa
di Psichiatria Universitaria
Ospedale Universitario “Santa Chiara”
Università di Pisa
Articolo di 12 pagine in formato digitale pdf
La ricerca sul possibile impiego clinico della cannabis e dei suoi costituenti attivi, ha definito alcuni interessanti fronti di ricerca. Negli ultimi anni, l’interesse sull’attività biologica dei cannabinoidi, ravvivato sulla scia delle conoscenze acquisite in merito alla farmacologia dei cannabinoidi endogeni, è rimasto tuttavia confinato a ipotesi sulle proprietà psicotossiche (sindrome amotivazionale) e al ruolo patoplastico dei suddetti composti in alcune malattie mentali (psicosi croniche da cannabinoidi). La diatriba politica, al di là delle specifiche posizioni, ha invaso inopportunamente il campo della sperimentazione scientifica, cosicché l’approfondimento dei fenomeni da tossicità è proseguito in maniera non associata alle indagini sulle potenzialità terapeutiche di composti attivi sul sistema endocannabinoide