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Apologia della sigaretta elettronica

La nicotina è la droga che induce un miliardo di persone ogni giorno ad accendere miliardi di sigarette ed inalarne il fumo pur sapendo che “il fumo uccide”, cinque milioni di fumatori all’anno. Molti vogliono smettere ma i loro tentativi alla lunga quasi sempre falliscono nonostante i trattamenti farmacologici, psicologici e comportamentali. Così eravamo quando nel 2003 il farmacista cinese Hon Lik ha inventato la sigaretta elettronica, “una terapia miracolosa per i fumatori che non riescono a smettere”. Secondo gli entusiasti utilizzatori, e i venditori, la sigaretta elettronica al comando della tua bocca, ti offre la “dose” di nicotina della tua sigaretta preferita, senza sostanze tossiche prodotte dalla combustione del tabacco. Inoltre, essa riproduce il piacere “orale” del portare la sigaretta alle labbra, quello “olfattivo” del tuo tabacco, quello “visivo” del vapore che riproduce il fumo della sigaretta. Quasi dieci anni di esperienza da parte di milioni di utilizzatori permettono di separare la verità dalle narrazioni apologetiche o malevole spesso dettate da conflitti di interesse o ideologie preconcette. Milioni di fumatori utilizzano la sigaretta elettronica con successo per sostituire il fumo della sigaretta o per diminuire il numero di sigarette fumate. L’uso della sigaretta elettronica è cresciuto progressivamente in molti paesi. Negli USA e in UK il 6% dei fumatori si è convertito alla sigaretta elettronica. In questi dieci anni non ci sono state segnalazioni di mortalità e morbidità attribuibili alla sigaretta elettronica. Nello stesso periodo i farmaci psicoattivi usati nella disassuefazione dal fumo hanno causato migliaia di eventi psicotici e cardiovascolari. La sigaretta elettronica, eliminando la parte dannosa del fumare dalla nicotina, salva la vita ai fumatori che lasciano le sigarette ma non toglie la dipendenza da questa droga; è per questo che il suo uso viene contrastato dalle autorità sanitarie e condannato dalle lobby dei proibizionisti con argomentazioni ispirate al puritanesimo più che alla ragione. L’opinione di questi censori è condivisa da un recente editoriale del New York Times. L’editorialista concede che quello strumento sia innegabilmente meno nocivo che inalare il fumo del tabacco, ma si corrono dei rischi: la nicotina è extremely addictive e, in dosi molto alte, può essere dannosa. Inoltre, sono state individuate sostanze tossiche nel liquido di qualche cartuccia (e questo purtroppo è vero). Ma più che le nitrosamine del tabacco, le cui concentrazioni nella sigaretta elettronica sono undicimila volte inferiori a quelle presenti in una sigaretta tradizionale, preoccupano le autorità sanitarie i vapori profumati che possono indurre i giovani a iniziare a fumare le sigarette elettroniche senza nicotina, passare a quelle con nicotina e infine alle sigarette vere. Una gateway ben più contorta di quella più collaudata e affollata dall’adolescenza alle Marlboro. Infine, la preoccupazione che la nicotina sia extremely addictive non sembra ragionevole nei confronti di un fumatore che l’ha assunta col fumo per decenni. Perché il fumatore lasci definitivamente la sigaretta per la e-cig occorre che questa gli offra la nicotina alla stessa velocità e quantità di cui ha bisogno, low per qualcuno, medium, high o extra high per altri. Per i più esigenti oggi è disponibile un e-liquid contenente tutti gli alcaloidi del tabacco, whole tobacco alcaloids (WTA). In conclusione, la sigaretta elettronica è un’invenzione straordinaria per salvare la vita di quei fumatori che non vogliono o non possono smettere di assumere nicotina. Non è uno strumento ideale per smettere di fumare perché ha tutte le caratteristiche per mantenere vivo il ricordo della sigaretta, non per farla dimenticare.