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Trattamenti farmacologici per la dipendenza da nicotina


Dipartimento di Scienze Biomediche Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica Università di Cagliari CNR Istituto di Neuroscienze Sezione di Cagliari

Dipartimento di Scienze Biomediche Sezione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica Università di Cagliari

Articolo di 7 pagine in formato pdf

La nicotina, al pari di altre sostanze d’abuso, attiva i circuiti neuronali della gratificazione, induce fenomeni di plasticità sinaptica a lungo termine e determina una dipendenza tra le più forti riscontrabili tra le sostanze psicoattive. Per questo, smettere di fumare e non ricadere nel consumo di sigarette dopo un periodo più o meno lungo di astinenza è estremamente difficile. Le probabilità di smettere o di prolungare l’astinenza possono essere aumentate con farmaci che, attraverso diversi meccanismi, riducono l’impatto della sindrome d’astinenza e attenuano il craving per le sigarette. I farmaci attualmente di prima linea incrementano le probabilità di successo da quasi tre volte, come la vareniclina, a circa due volte come la nicotina nella terapia sostitutiva o il bupropione. Nonostante questi numeri possano sembrare incoraggianti, bisogna ricordare che coloro che si mantengono astinenti a lungo termine anche con l’ausilio dei farmaci sono meno di un terzo dei fumatori che hanno deciso di smettere. È quindi imperativo proseguire con la ricerca di nuovi farmaci più efficaci di quelli attualmente approvati. La strada, tuttavia, non è agevole, come testimoniato dai recenti insuccessi dei vaccini antinicotina o dei farmaci antagonisti dei cannabinoidi.